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Giornata mondiale della voce

Oggi è la giornata mondiale della voce. Nonostante mi occupi da tanti anni di voce come cantante e insegnante, forse a causa di questo periodo delicato che stiamo vivendo, non ricordavo proprio che il 16 aprile, ci fosse un’attenzione particolare alla voce.

Così, da brava curiosa, sono andata a guardare sul web e la prima cosa che mi è saltata agli occhi è  lo scopo di questa giornata: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della voce e mettere in guardia contro eventuali patologie vocali.

Giusto. Giustissimo.

Dopo una prima lettura dei vari articoli al riguardo, la mente ha cominciato a far rumore, così come il cuore a battere più forte, sfociando tutto in una esclamazione sonora che sapeva di liberazione. Da qui l’idea di dare voce alla Voce. Perché con la maiuscola? Grammaticalmente appare come nome comune di cosa, singolare, femminile. Non ha quindi bisogno di essere scritto con la lettera maiuscola, dato che non è un nome proprio, eppure…

Eppure, niente è così importante e oserei dire vitale come la voce quindi, perdonate l’azzardo, la scrivo con la maiuscola.

Voce: elemento vivo

Da una prima analisi si nota che questo suono nasce dalla laringe, da un pensiero, da una esigenza istintiva (il neonato piange per comunicare la sua fame e sete). Ma attraverso uno studio più approfondito, ci accorgiamo che ha bisogno di forze sinergiche ben bilanciate e di equilibri, che nonostante facciano parte del nostro corpo, non sono cosi conosciuti come sembra.

La Voce, la mia voce, mia…amica da sempre. Mai statica, sempre in evoluzione, con la crescita corporea, spirituale, esperenziale, a volte ho la consapevolezza di conoscerla bene. Poi con un fatto, un’emozione, cambia e faccio fatica a riconoscerla o a gestirla. La mia voce, compagna di avventure musicali, professionali, sentimentali, familiari, mi abita e la vivo, vestita di tanti colori. Modifica sfumatura simultaneamente al pensiero che mi attraversa. Si impone nel gruppo o soffoca con la tristezza.

Mi piace riportare un estratto di una pagina di “Riflessioni semiserie su: La voce e dintorni” della logopedista P.Cadonici:

Come si può ritrarre qualcosa che è tutto e il suo contrario contemporaneamente? Come si può fotografare un oggetto in movimento? Come si può imbrigliare un battito d’ali nella trappola di una definizione?La penna china la testa con umiltà e desiste nell’intento. La Voce è… vale la pena di scoprirlo.

La voce e “l’altro”

Ogni volta che a lezione conosco una nuova voce, non vado subito all’analisi intonativa, respiratoria, ritmica, musicale, ma mi metto a “guardare” la voce, come guardo un quadro, una immagine che appare con dei contorni ben definiti ma ne cela altri e so che la voce, la…Voce, è quella persona, così la ascolto e la guardo ancora in punta di piedi, condividendo il pensiero di Hildegard von Bingen:

Il corpo, in verità, è il vestito dell’anima, che ha una viva voce e perciò è giusto che il corpo, attraverso la voce, canti con l’anima…

Scrivevo prima che la voce nell’infante ha la funzione di comunicare. L’altra funzione porta in sé un altro messaggio: ha senso il mio pianto, la mia voce se c’è un altro, l’altro che all’inizio è la figura materna, un pianto che chiede: “ci sei”? G.Durighello nel libro “Cantare” afferma:

prima di essere elemento costituivo della musica, il suono è elemento costitutivo dell’essere umano: senza il suono e senza il canto non c’è l’Uomo.

Ho così tanta voce da far risuonare su queste pagine che le parole non riescono subito a contenerLa. La mia voce ha Voce se la rispetto nel proprio habitat che è l’anima. Può avere voce se l’altro fuori da me è in ascolto, questo in reciproco scambio vibrante.

Voce e insegnamento

A.Tomatis, grande foniatra francese scrisse: « Non andate a cercare più lontano la ‘‘magia della parola’’! Ascoltare qualcuno suonare, cantare o parlare significa in un certo qual modo lasciarsi mettere in vibrazione da lui ».  Per noi che abbiamo il privilegio e la sensibilità di ascoltare e spesso indegnamente guidare l’altrui voce ricordiamo di entrare scalzi nel terreno sacro della Voce.

In Management dell’ascolto (pubblicato da Franco Angeli, Milano 2007), scritto da Tomatis assieme al giornalista economico Walter Passerini, si legge:

Il miglior insegnante di canto è quello che sa liberare il suo allievo da ogni processo di cattiva integrazione, che gli permette di riscoprire progressivamente i suoi meccanismi innati, quelli che ogni uomo possiede e che non dovrebbe mai dimenticare. Non esiste tecnica vocale se non quella della valorizzazione delle potenzialità naturali. Riscoprendo la propria naturalità e affidandosi quindi incondizionatamente ai processi fisici ed emotivi che le sono propri e che essa impone, ci si inoltra in un esaltante percorso di trasformazione e di conoscenza di se´, di ricerca della propria essenza più intima e profonda, appropriandosi della capacità di trasmettere la verità delle emozioni attraverso il suono. Grazie alla sua mirabile struttura psicofisica, l’essere umano riesce così a compenetrare la dimensione universale e la misteriosa semantica di una delle forme di espressione più complete che si conoscano: il canto.

 Concludo questa parentesi vocale in un giorno di quarantena con un’immagine a me cara, presa dalla tecnica delle icone orientali: la Voce, quella con la maiuscola, è come la foglia d’oro delle immagini sacre. Inizialmente è coperta da strati di colore, legno, colla; poi con levigature leggere ma costanti riemerge l’anima che dona luce e preziosità all’opera: la foglia d’oro!

Buona Voce a tutti!

MCD

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